>>16327
è negato vestire da Batman
per andare a lezione.
E il porno, anche, sembra un po'
un mondo al contrario: non è forse vero?
È appunto il rovesciamento
dei rapporti usuali
che spesso troviamo nelle eterotopie.
E ahimè, anche il porno,
come il carnevale,
è uno spazio di sfogo, e questo è male.
Perché impedisce alle contraddizioni,
date da come normalmente funziona
il sesso nello spazio comune,
di esplodere.
Quindi il porno,
se come il carnevale
resta confinato, delimitato,
è un fenomeno negativo.
Credo che dovremmo avere
la libertà di vestirci da supereroi,
e per libertà intendo la libertà sociale,
in qualsiasi contesto,
anche per andare a lavoro,
anche se occupiamo cariche di autorità.
Il porno però tende a sconfinare,
a invadere lo spazio comune.
Esempi? Nudo su riviste comuni,
anche di gossip;
oppure scene di sesso in film d'autore.
E lo sconfinamento del porno
nello spazio comune
è fortemente contrastato.
Ad esempio, per quanto riguarda
le regole dei social network.
Quante volte mi sento dire:
"Ah, ti occupi di porno, va bene;
però non parlarne, stai zitta".
Non posso nemmeno parlare
di porno in quanto tale.
E tra i nemici dello sconfinamento
del porno nello spazio comune
ci sono femministe, cattolici, islamici,
ma anche intellettuali, anche atei,
progressisti e conservatori,
tutti contro lo sconfinamento del porno
nello spazio comune.
il fatto che il porno
tenda a sconfinare nello spazio comune
è indice di progresso,
anche per un banale motivo:
tende a mettere il dito nella piaga
dell'irrazionalità della gente.
Esempio: perché un bambino
non dovrebbe vedere un amplesso,
proiettato su uno schermo gigante,
a Piccadilly Circus a Londra,
oppure in Piazza del Popolo a Roma?
Dove sarebbe il problema?
Il problema sta non solo nel fatto
che le religioni
ancora hanno il loro peso,
ma soprattutto in quelle discrasie
tra prassi e ragione.
Esempio: coppia di genitori atei
che decide di battezzare il proprio figlio
per tradizione, o per far sì
che la nonna non si dispiaccia.
O ancora, negli Stati Uniti,
un genitore che decide
di circoncidere il proprio figlio,
e quindi parliamo
di una mutilazione genitale..
..così, perché si è sempre fatto così.
Qualcuno tirerebbe in ballo
le solite argomentazioni, del tipo:
"Non è vero, ognuno fa
come vuole e come crede".
Ma non è così.
Perché è lecito, anzi è legale
inculcare ad un bambino
le irrazionalità religiose.
È legale rifiutare
una trasfusione ad un bambino,
magari in nome di Geova,
e far si che perda un arto.
È già capitato.
Ma non è legale far vedere
a un minore di 14 anni
un film nella categoria
"Vietato ai minori di 14 anni",
magari solo perché ci sono
scene di nudo integrale.
E allora dov'è, la libertà, in tutto ciò?
La verità è che togliamo
la libertà ai razionali
per darla agli irrazionali.
Altro esempio: l'aborto
in Italia è legale,
eppure la maggior parte
delle donne che vuole abortire
ha difficoltà a farlo
in una struttura pubblica,
perché i ginecologi
sono perlopiù obiettori,
nelle strutture pubbliche.
La verità è che la libertà
non è mai qualcosa
di neutrale alla razionalità,
c'è sempre un nucleo di verità condivise.
Allora la domanda che dobbiamo farci è:
quale libertà vogliamo?
Vogliamo la libertà
che invocano i capi religiosi, i papi,
o vogliamo una libertà razionale?
Secondo questa libertà relativistica,
loro possono fare
le loro processioni medioevali
con la gente che si fustiga per strada,
mentre io non ho il diritto
di girare liberamente nuda.
Non c'è nessuna simmetria
in questa libertà,
in questo relativismo acefalo.
C'è soltanto la voglia
di proteggere l'irrazionalità,
di non fare i conti
con le proprie contraddizioni.
Oggi sembrano fronteggiarsi
due tipi di pensiero.
Un pensiero forte,
che è quello delle religioni;
e un pensiero debole, laico.
Io invece credo che dovrebbe affermarsi
un pensiero forte razionalista
in base al quale sia lecito
far vedere un film
con scene di nudo integrale
a un minore di 14 anni,
e non sia lecito inculcargli
le irrazionalità religiose.
(Applausi)