>Il nazionalismo non fa altro che spingerti a odiare persone che non hai mai incontrato
sarebbe come dire "diventare padre non fa altro che spingerti ad odiare i figli altrui". L'attaccamento al proprio volk non implica necessariamente il disprezzo per gli "Ausländer".
>ed essere orgoglioso di risultati a cui tu non hai mai contribuito
se questi risultati fanno parte del tuo patrimonio genetico/culturale e contribuiscono a definire la persona che sei o la dimensione in cui vivi non ci vedo nulla di male in ciò. Seguendo la stessa logica l'essere orgogliosi dei risultati di tuo figlio sarebbe stupido perché questi risultati non sono veramente i "tuoi".
>Lo jus sanguinis porta al paradosso di gente considerata cittadina italiana perché discendente di italiani, nonostante non abbia mai visto l'Italia, non parli la lingua e dell'Italia non gliene sbatta un'emerita, mentre gente nata e cresciuta in Italia
per quanto mi riguarda i discendenti di italiani espatriati saranno sempre più "italiani" di un Balotelli qualsiasi il cui concetto di italianità si limita al parlare una lingua e mangiare la pasta. Un italiano di sangue, se volesse, potrebbe essere "reintegrato" nel contesto culturale ancestrale a lui compatibile, al contrario un africano non può di certo cambiare il proprio corredo genetico in base allo status del suo passaporto.
>nazionalismo e patriottismo sono la stessa cosa
non sono d'accordo
nazionalismo = attaccamento alla nazione intesa come comunità di popolo
patriottismo = attaccamento ai valori di una particolare area geografica identificata come patria (uno stato, una regione, una città etc.) che può anche non corrispondere ad una nazione.
nel corso del tempo i confini geografici della patria possono cambiare (se non addirittura cessare di esistere) così come gli usi e costumi dei suoi abitanti. Quello che è non cambia mai è il volk e il suo sangue (si potrebbe casomai parlare di evoluzione biologica dei popoli, sebbene la tendenza involuzionista di oggi spinga da tutt'altra parte)