Ripesco dal Lete questa discussione per illustrarvi un fatto buffo acaduto durante un convegno al quale ho partecipato.
Un genetista, che per ristrettezze di orario ha potuto parlare solo per mezz'ora scarsa, ha illustrato la presunta origine dell'uomo secondo le ultime teorie (ovviamente quelle che lui e la sua congrega si sentono di avvallare, come saprete ce n'è più di una).
Ebbene, partendo dall'origine comune in Africa e Asia, ha parlato delle migrazioni compiute da questi primi uomini, e del fatto che a un certo punto sia stato lecito dire che sono esistite più specie di uomo, coi loro ibridi sterili (es: cavallo+asino= mulo sterile) e alcuni fecondi, portando l'esempio di vari studi compiuti su popolazioni primitive composte da uomini del tipo asiatico e del tipo africano.
Il punto di svolta, secondo questo signore, è arrivato nel momento in cui alcune tribù sono riuscite con successo a mescolarsi al Neanderthal, e con la variabilità genetica ottenuta sono riuscite a colonizzare con successo ll'Europa (al tempo un inferno che l'Australia al confronto è una terra dove scorre latte e miele) e ad attraversare lo stretto di Bering, mentre il resto è rimasto a specializzarsi nei luoghi d'origine.
Quindi cari lupi, la prossima volta che qualcuno sputacchia le sue opinioni sulla (((diversità))), in cuor vostro rallegrate e ricordatevi che l'uomo "europeo" e in larga parte anche quello "americano", sono di quanto più diverso la nostra specie sia riuscita ad ottenere, e che ha colonizzato europa e america grazie alla sua diversità!