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/ita/ - Sezione Italiana - Boia Chi Molla

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1cd276 (4) No.12099>>12100 [Watch Thread][Show All Posts]

Per comodità di chi voglia fruttuosamente dedicarsi al lavoro culturale, sarà opportuno raccogliere, a questo punto, tutta una serie di indicazioni circa il problema del linguaggio. C’è infatti un lessico, una grammatica, una sintassi e una mimica che il responsabile del lavoro culturale non può ignorare.

Cominciamo subito, perciò, con il nocciolo della questione, con il termine problema; nonostante la differenza spaziale (alto-basso) dei due verbi il problema si pone o si solleva, indifferentemente; ma c’è una sfumatura di significato, perché “porsi” è oggettiva, cioè sta a dire che il problema è venuto fuori da sé, mentre “sollevare” è attivo: il problema, in questo caso, non ci sarebbe stato se non fosse intervenuto qualcuno a farlo essere.

Quasi sempre il problema, posto o sollevato che sia, è nuovo; e si dà gran merito a chi, accanto agli antichi e non risolti, solleva problemi nuovi e interessanti o meglio ancora, di estremo interesse, purché siano, ovviamente, concreti. Sul problema si apre un dibattito. Dibattito è ogni discorso, scritto a parlato attorno a un certo argomento un certo problema in cui intervengono due o più persone. Il dibattito, oltre che concreto e più spesso che concreto, è ampio e profondo, anzi, approfondito, e quasi sempre si propone un’analisi (approfondita anch’essa) della situazione. La giustezza della nostra analisi sarà poi confermata, invariabilmente, dagli avvenimenti. La situazione è sempre nuova e creatasi (da sé, parrebbe) con o dopo.

Al dibattito gli interventi portano un utile contributo. Essa può assumere anche la forma di convegno: in questo caso è parlato, gli interventi sono numerosi, e gli intervenutì sono giunti da ogni parte d’Italia. Dal dibattito scaturiscono, oppure emergono o anche, più semplicemente, escono, alcune indicazioni.

Le indicazioni sono anch’esse utili. Se possono esprimersi in una breve frase, allora si chiamano parole d’ordine. Per esempio: Per un / per una (cinema, teatro, romanzo, arte, cultura, scuola, pittura, scultura, architettura, poesia) nazionale e popolare. In caso contrario quando cioè le indicazioni non abbiano questo potere di contrazione espressiva, si parlerà di tutta una serie di iniziative, utili, naturalmente, e concrete, ma di massima, suscettibili cioè di elaborazione,

Concreto, come si è visto, è il problema, il dibattito, l’intervento e l’indicazione. A memoria d’uomo non si è mai saputo di un problema, dibattito ecc. che si sia potuto definire astratto, Come non si è mai saputo di un problema risolto; semmai superato, dalla situazione creatasi con o dopo. A volte poi si è scoperto che il problema, pur essendo concreto, non esisteva. In casi simili basta affermare che il problema è un altro.

La scelta dei problemi si chiama problematica quella dei temi, tematica. Ricordo che una volta, a Firenze, discussero tre ore su questo problema concreto; se fosse necessario porsi prima il problema della problematica oppure quello della tematica. Un problema è anche, spesso, di fondo, Esso si adeguerà alle prospettive, nuove e concrete, di lotta, per o contro.

Lotta, anzi lotte, è l’azione quando incontra un ostacolo, altrimenti l’azione è pura e semplice attività. Ma tanto per le lotte che per l’attività si mobilitano tutte le forze, si toccano larghi strati, o larghe masse, si estende l’influenza, ci si pone alla testa e ci si lega anche strettamente. Al servizio della lotta si pongono le proprie capacità.

A volte le cose non sono così semplici; ma il dibattito ha appunto l’ufficio di indicare gli inevitabili difetti, determinati dalla situazione. I difetti consistono quasi sempre nel non aver sufficientemente utilizzato, elaborato, applicato le indicazioni emerse da un esame autocritico. Ogni dibattito assolve anche a questa funzione.

Accanto al problema, ma un po’ più sotto, c’è l’esigenza. L’esigenza si sente, anzi, si è sentita, A volte sorge, o meglio, è sorta, ed in ambedue i casi occorre andarle incontro. Problema ed esigenza riguardano a volte i rapporti con. Con gli intellettuali, per esempio.

Gli intellettuali possono incontrarsi da soli o accompagnati ad operai e contadini. In questo secondo caso la successione di rigore è la seguente: operai, contadini, intellettuali. Gli intellettuali possono essere: illuminati, democratici, avanzati molto vicini a noi, al servizio della classe operaia; la serie è in crescendo. Pseudo-intellettuali sono invece gli altri, quelli che si sono posti al servizio del padronato, della reazione, del grande capitale, dell’imperialismo.

1cd276 (4) No.12100

>>12099 (OP)

immagine non rilevante.


7a9d1d (3) No.12105>>12106

>Gli intellettuali possono essere: illuminati, democratici, avanzati molto vicini a noi, al servizio della classe operaia; la serie è in crescendo.

>Pseudo-intellettuali sono invece gli altri, quelli che si sono posti al servizio del padronato, della reazione, del grande capitale, dell’imperialismo.

L'immagine che hai allegato al PQ è altresì rilevante


1cd276 (4) No.12106>>12107

>>12105

e allora direi che dice molto il fatto che questa cosa sia stata scritta negli anni sessanta.


7a9d1d (3) No.12107>>12108

>>12106

Quale sarebbe la fonte?


1cd276 (4) No.12108>>12111

>>12107

luciano bianciardi, il lavoro culturale.

l'avevo già letto, tempo fa, ma mi è ricapitato sotto mano oggi e ho pensato di affiggerlo qui.


7a9d1d (3) No.12111>>12140

>>12108

>Luciano Bianciardi

Ah beh, allora è tutto dire

Comunque sia, onestamente su alcune cose gli posso dare ragione, ma sempre con un occhio di riguardo


8a443b (1) No.12140

>>12111

ma questo sempre.e riguardo a tutti.

solo che a volte qualcuno scrive qualche riga che incapsula perfettamente un concetto.

tipo qualcuna di quelle gemme che si possono trovare su /pol/ se cerchi bene, ma molto ma molto bene.

mi pareva che questo fosse il caso.


e15f11 (1) No.12293>>12296

Questa è ora una discussione riguardo citazioni varie

Riconoscano questi signori -- e lo riconoscano a chiare lettere – di aver sbagliato nello scaricare l'uomo delle sue responsabilità rigettandole tutte sul "contesto sociale", negandogli ogni facoltà decisionale, e così aprendo le porte al permissivismo che oggi ci affligge. Riconoscano che considerandolo, l'uomo, solo un prodotto della società e quindi incapace di una sua autonomia di scelte, non lo si libera, ma lo si umilia e gli si offre l'alibi alle scelte peggiori.

[…]

Riconoscano questi signori di aver sbagliato quando distruggevano il criterio del merito e del principio della selezione. Riconoscano di aver commesso un falso quando, per screditare l'iniziativa privata -- cui ora si deve tornare per salvarci dalla bancarotta –, ne incarnavano – in letteratura, nel cinema, in teatro, nel giornalismo – i protagonisti o in biechi sopraffattori e ladroni, o in ridicoli manichini. Riconoscano che l'imprenditoria pubblica è peggiore anche di questa caricatura, e la sua economia un fallimento. Riconoscano di aver commesso un delitto quando, per combattere l'"arroganza del Potere", offrivano giustificazioni e incoraggiamenti all'arroganza dell'eversione che ha condotto lo Stato allo sfascio. Riconoscano che per aprire la scuola a tutti l'hanno resa inutile a tutti. Riconoscano di essere stati in malafede quando, contro l'evidenza, sostenevano che la violenza veniva unicamente da destra per avallare la "strategia della tensione" accampata dalle sinistre collettiviste. Riconoscano di aver commesso, e di commettere tuttora un sopruso fascista, bollando di fasciste e cercando di ghettizzare tutte le voci di dissenso da questo andazzo. Ecco cosa il "privato" in rivolta (in rivolta, non in Travolta) si aspetta di sentire da queste Maddalene pentite, altro che le elucubrazioni su Gaber, i revivals, e il panettone.


800e39 (1) No.12296>>12301

>>12293

autore, plis?

e sarei anche curioso cosa si intende per "elucubrazioni" su gaber, se il testo in questione da qualche spiegazione a riguardo.

comunque…bella, grazie..


cb5a42 (1) No.12301>>12312

>>12296

È una parte di un'opera di Indro Montanelli a riguardo dei sessantottini

Non ho mai letto il testo in questione, solo questa parte, ma presumo che queste elucubrazioni siano i soliti discorsi fuorvianti dei sinistrati


3029a3 (1) No.12312

>>12301

https://it.wikipedia.org/wiki/Riflusso_nel_privato

che scorcio nella storia del paese…

e quando mai ne senti parlare?




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